La Coscienza e la Conoscenza sui lacci arteriosi (Tourniquet).

Un motociclista impatta contro automobile e viene trascinato per una decina di metri, procurandosi una grave ferita ad un a gamba con un’emorragia massiva. Sul posto giungono dapprima i soccorsi di base e successivamente quelli avanzati. L’utilizzo di un Tourniquet (TQ) sarà fondamentale per la gestione del servizio.

Contattato il sanitario intervenuto sull’incidente, sintetizza così il caso, e fornisce ottimi spunti di riflessione.

Sono un anestesista ospedaliero che lavora anche sui mezzi del 118; ho frequentato corsi sulla gestione del paziente critico ospedaliero ed exrtraospedaliero, tra cui l’AMLS (Advanced Medical Life Support,), il DAC (Difficult Airways Course) ,e l’EPC (Emergency Pediatric Care) di NAEMT, di cui sono docente.

Frattura di tibia e perone con sanguinamento arrestato.

Al mio arrivo era già presente un’ambulanza di base; il paziente era già stato posizionato supino su una tavola spinale, ed era evidente una pozza di sangue a terra (paziente in terapia con Plavix, riferito dai primi soccorritori). Un astante aveva posizionato sulla coscia, al di sopra del ginocchio, un laccio emostatico improvvisato, costituito da una cintura dei pantaloni, non efficace nell’arresto dell’emorragia. Un soccorritore tamponava la ferita ancora sanguinante, dove si notava la presenza di una frattura esposta di tibia e perone, e, distalmente, una frattura esposta di calcagno e di tarso/metatarso (subamputazione di piede). Ho quindi posizionato il TQ di dotazione personale, al di sotto dell’articolazione del ginocchio. Abbiamo quindi caricato il paziente in ambulanza, cosciente ed agitato, per eseguire una valutazione primaria: polsi periferici validi sui 3 arti restanti, parametri emodinamici nella norma (il paziente assumeva betabloccanti) con cute pallida. Oltre alla lesione dell’arto inferiore presentava solo escoriazioni all’emitorace destro ed all’addome, sul lato destro, il bacino era stabile.

Il TQ, modello CAT, utilizzato nel servizio era di mia proprietà, e l’avevo acquistato di mia volontà, vista la fama e l’efficacia del presidio riportata in letteratura. Il servizio d’emergenza per cui lavoro non fornisce ai mezzi di soccorso avanzati degli strumenti scopo-specifici per il controllo delle emorragie massive. Non ho mai conseguito una formazione specifica per l’utilizzo del TQ, ma ho approfondito l’argomento attraverso l’autoapprendimento, utilizzando le numerose fonti disponibili. L’utilizzo del CAT è risultato facile ed intuitivo, e di indubbia efficacia, soprattutto rispetto al tourniquet improvvisato, che non riusciva a compere il lavoro richiesto.

Riflessioni sul caso

L’emorragia massiva è definita da uno dei seguenti criteri:

  • Ferita con un abbondante flusso di sangue.
  • Emorragia non gestibile con una semplice pressione diretta.
  • Emorragia con raccolta di sangue a terra.
  • Emorragia con vestiti inzuppati di sangue.
  • Emorragia con paziente in shock (anche se il sangue che fuoriesce in quel momento non è elevato).
  • Arto amputato.

La NAEMT non riconosce il TQ improvvisato come uno strumento efficace e funzionale nel controllo delle emorragie massive, vista la difficoltà nel confezionamento, la non riproducibilità della tecnica in ogni situazione e la non costanza di funzionamento del presidio, nel tempo. Le linee guida PHTLS, TCCC e TECC considerano la pressione diretta sulla foce emorragica come una manovra salvavita temporanea, da sostituirsi con strumenti specifici appena possibile; inoltre, la letteratura internazionale è ormai favorevole all’utilizzo dei TQ in ambito civile, (se di fattura certificata e se la loro messa in servizio è associata ad una formazione capillare del personale), e sono sempre più i casi in cui i sanitari, di base ed avanzati, salvano vite attraverso l’utilizzo di questi presidi scopo specifici.

Per concludere, ci troviamo di fronte all’ennesimo caso in cui, sebbene la maggior parte dei sistemi d’emergenza territoriale italiani non sia ancora dotata di Tourniquets (e di altri presidi salvavita), ne’ forniscano formazione adeguata sulle tecniche di controllo delle emorragie massive, la coscienza e la professionalità dei singoli riesce a tamponare questa carenza culturale e organizzativa.

S.R.